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Genova. “La sconfortante ed avvilente vicenda del taglio di pini a Brignole conferma ancora una volta la necessità di un cambio di rotta totale nella gestione del verde, che non può prescindere dall’escludere la manutenzione del verde dalle attività affidate ad ASTER SpA con il contratto di servizio integrato del 2004 e di riaffidarne la gestione ad un rinnovato Servizio Giardini e Foreste interno al Comune e di sua diretta competenza”.
Con queste parole inizia il lungo comunicato stampa lanciato in queste ore da associazioni ambientaliste e gruppo territorio (Italia Nostra, WWF, Circolo Nuova Ecologia Genova, Ecoistituto Reggio Emilia-Genova, Genova Contro il Degrado) che torna all’attacco sulla proposta di reinternalizzare la gestione del verde pubblico all’interno delle competenze dirette dell’amministrazione civica. Una proposta arrivata durante le giornate calde degli abbattimenti dei pini di Brignole e che subito aveva suscitato la reazione dei sindacati che avevano fatto quadrato intorno all’azienda multiservizio controllata dal Comune che gestisce il verde pubblico con contratto di servizio.
“Lascia sconcertati la reazione dei Sindacati che oltre a non dimostrare alcuna sensibilità riguardo all’ulteriore depauperamento del già risicato verde del centro cittadino, difendono a spada tratta l’operato dell’azienda ASTER, senza tenere conto del diffuso degrado e della sostanziale assenza di cura del verde, né delle insostenibili modalità con le quali si è proceduto all’abbattimento dei pini storici di Brignole, così come in precedenza di quelli di scalinata Borghese; tardiva informazione, scarsità delle motivazioni portate a supporto, indisponibilità al confronto ed all’accoglimento di richieste di ulteriori verifiche chieste dalle Associazioni”.
“Questa difesa corporativa dell’azienda – si legge nella nota – che i Sindacati confondono con quella del lavoro, si traduce in un vero e proprio attacco ad associazioni e cittadini che giustamente vogliono difendere un bene pubblico fondamentale come il patrimonio verde urbano, soggetto ogni giorno ad abbattimenti incomprensibili di piante adulte in tutte le zone della città.
Ci permettiamo di ricordare ai Sindacati che il verde è un bene pubblico prezioso, non un bene
aziendale di Aster, e che la richiesta di revoca della gestione del Verde all’azienda è determinata
dal fatto che gli standard qualitativi del servizio sono insufficienti ed inadeguati alle esigenze della popolazione”.
Secondo gli ambientalisti, infatti, “la manutenzione ordinaria della maggior parte delle aree verdi pubbliche è inesistente, non c’è alcuna cura del patrimonio arboreo urbano, particolarmente prezioso in una città, i rari reimpianti sono eseguiti senza cura e senza i necessari ausili, richiedendo spesso rifacimenti e sostituzioni, le necessità di procedere ad un rinnovamento delle alberature stradali non è supportata da censimenti, stima delle priorità, criteri di progettazione, né dall’ausilio di figure professionali competenti né dalla partecipazione dei portatori di interessi diffusi”.
L’attacco però non rimane nel perimoetro di Aster: “La responsabilità della cattiva gestione del verde cittadino è del Comune, che ha rinunciato ad esercitare il proprio ruolo ed utilizza Aster come utile paravento. Questo servizio non funziona, perché il Comune non controlla, non dà indirizzi, non pianifica, non monitora. Occorre rifondare un Servizio come la Direzione Giardini e Foreste di un tempo, con il riassorbimento della struttura di Aster e dei fornitori, che riporti il governo del verde sotto un controllo pubblico e trasparente ed assicuri un servizio efficiente di manutenzione e cura a costi sostenibili”.
“Non capiamo per quale motivo i Sindacati critichino la richiesta di riportare il servizio pienamente all’interno del Comune: non era forse una posizione comune sindacale quella del contrasto alle privatizzazioni e alle esternalizzazioni? – si chiedono in conclusione – Crediamo infine che sarebbe opportuno riaffidare l’assessorato Manutenzioni e Decoro Urbano ad una figura di garanzia dell’interesse pubblico; la circostanza che l’attuale Assessore sia nei fatti espressione di ASTER, di cui è stato funzionario, non si ritiene idonea a guidare una significativa trasformazione della gestione del verde pubblico“.
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