Roma — Pochi e per pochissimi. È la traccia degli aiuti che il governo darà alle famiglie indigenti che l’anno scorso non sono riuscite a concludere i lavori edilizi in casa con il 110% (90% in alcuni casi). Sempre che di indigenti si possa parlare considerando che il contributo a fondo perduto andrà sì a un single con un reddito fino a 15 mila euro ma anche, in virtù dell’applicazione di un quoziente familiare, a un nucleo composto da due genitori e tre figli con 60 mila euro di reddito.
Il paracadute era stato preparato a fine dicembre in vista dello scalone del primo gennaio, quando il Superbonus è stato ridotto al 70%. Già allora era emersa la scarsità di risorse, pari ad appena 16,4 milioni. Una cifra così bassa da coprire appena lo 0,3% dei lavori in bilico. Il decreto del ministero dell’Economia, che rende operativa la misura, aggiunge un altro elemento di debolezza: l’importo del sostegno sarà definito solo a dicembre. «Le percentuali di erogazione – si legge nel testo – sono comunicate con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate da emanarsi entro il 30 novembre 2024».
E non è detto affatto che l’aiuto sarà quello promesso. Lo scrive sempre il titolare del Tesoro Giancarlo Giorgetti nel provvedimento firmato giovedì: l’erogazione «integrale» sarà garantita solo se le risorse stanziante risulteranno «sufficienti». Ecco allora che il contributo potrà coprire anche meno del 30% delle spese sostenute tra il primo gennaio e il 31 ottobre di quest’anno da chi ha scelto la cessione del credito o lo sconto in fattura, oltre a essere in possesso dei requisiti reddituali. Non solo. L’accesso al contributo sarà consentito solo se i lavori hanno raggiunto, al 31 dicembre 2023, uno stato di avanzamento pari ad almeno il 60%. L’aiuto, che sarà determinato in relazione alle spese agevolabili sostenute dal richiedente, avrà un importo massimo di 96 mila euro. Per conoscere l’importo bisognerà però aspettare ancora. Ecco l’aiuto al buio.
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