Nel caso in cui si fosse chiesto un finanziamento e si
dimostrasse, nel tempo, di non essere in grado di pagare il debito si rischierebbe di perdere la casa a causa
di quel processo conosciuto come pignoramento
immobiliare.
Il pignoramento immobiliare è una pratica più che consolidata quando si parla di finanziamenti o mutui, soprattutto nel caso in cui si fosse utilizzata la proprietà immobiliare a garanzia del prestito.
Ma, nonostante al momento della sottoscrizione del finanziamento si sia perfettamente a conoscenza di questa possibilità, il pignoramento si ritiene sempre un avvenimento remoto che non si è quasi mai preparati ad affrontare.
Viene quindi da chiedersi “è possibile cancellare un pignoramento?” Vediamolo insieme.
Come cancellare un pignoramento?
Solitamente il pignoramento scatta come conseguenza di un
debito non saldato dopo il fallimento
sia della rateizzazione sia del versamento in un’unica soluzione. Come
“ultima spiaggia”, scatta il pignoramento, che può essere cancellato mediante tre
opzioni:
- la prima, e più ovvia, vede il pagamento del debito;
- la seconda passa attraverso la stipula di un secondo accordo con il creditore;
- la terza prevede l’opposizione al pignoramento mediante autorizzazione
del giudice.
Senza considerare la prima via, la cui impossibilità di
realizzazione è quasi sempre la causa dell’attivazione del pignoramento, è possibile:
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- stringere a un accordo col
creditore, e valutare nuove modalità di
pagamento con un’eventuale riduzione della somma finale, una possibile
riduzione della cifra delle rate o un allungamento delle tempistiche. Nel caso
in cui si riuscisse a sottoscrivere un nuovo accordo il creditore potrà revocare il pignoramento; - opporsi con l’autorizzazione del
giudice dimostrando l’infondatezza delle
ragioni del creditore.
Cancellare un pignoramento dell’Agenzia delle Entrate
Chiaramente quanto detto finora riguarda specificatamente casi
di pignoramento effettuati da enti privati. Vediamo ora cosa fare in caso di pignoramenti attivati dell’Agenzia delle
Entrate.
Questo evento si verifica abbastanza raramente e solitamente riguarda solo:
- gli immobili successivi alla prima casa;
- debiti superiori a 120.000 euro.
In questo caso per richiedere la cancellazione del pignoramento si dovranno pagare l’imposta ipotecaria, l’imposta di bollo e la tassa ipotecaria per un totale di 294 euro e per cancellare alcune annotazioni (come domande giudiziali, atti dichiarati nulli, annullati, risolti, rescissi e revocati) sarà poi necessario rispettare i 30 giorni dalla data dell’atto di rifermento.
* Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.
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